Bologna, 26
Giugno 2014 - Ventuno organizzazioni no profit
italiane si uniscono in una Rete di
coordinamento per affermare, tramite la sottoscrizione della ”Carta di Bologna”,
un modello differente di salute e sanità, “realmente” sostenibile.
“Il modello della
crescita economica senza limiti – afferma Jean-Louis Aillon, portavoce della
Rete - ha i giorni contati, non è più
sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale, e non è in grado di
assicurare la tutela della salute dei cittadini, in quanto questo processo va a
minare la qualità dell’ambiente e quei fattori socio-culturali da cui la salute
dipende, arrivando oggigiorno a minacciare gli equilibri stessi della vita sul
pianeta. I cambiamenti climatici comportano rischi concreti per la salute
umana, afferma Samuel Myers della
“Harvard Medical School”, e i loro effetti indiretti metteranno a rischio
la qualità della vita di centinaia di milioni di persone, generando costi enormi per i Sistemi Sanitari pubblici.[1]
Dall’altra parte il New England Journal of Medicine
indica con chiarezza il percorso da intraprendere: “perché
le popolazioni vivano in maniera sostenibile e in buona salute nel lungo
periodo, il settore sanitario - afferma l’autorevole rivista - deve rimodellare il modo in cui
le società umane pianificano, costruiscono, spostano, producono, consumano,
condividono e generano energia”.[2]
Recenti studi confermano che su 2.500 prestazioni sanitarie
supportate da buone evidenze scientifiche solo il 46% è sicuramente utile e il
4% è giudicato dannoso[3], e che chi vive in regioni ad alta intensità
prescrittiva sperimenta livelli di sopravvivenza peggiori di chi vive in
regioni a bassa intensità prescrittiva.[4]
Occorrono quindi, secondo la Rete Sostenibilità e Salute, una cultura e una società alternative,
non basate esclusivamente sul paradigma economico del profitto e
dell’efficienza fine a se stessa, e in grado di superare le disuguaglianze e
favorire l’affermazione del diritto alla salute di tutti i cittadini e
cittadine. Oggi più che mai, infatti, curare significa prendersi cura del
pianeta su cui viviamo.
Su questi presupposti è stata recentemente sottoscritta la “Carta di Bologna per la
Sostenibilità e la Salute”,[5]
che formalizza la nascita della “Rete
Sostenibilità e Salute”.
“Nell’ottica
della sostenibilità, spiega
Aillon, i modelli di salute, sanità e cura devono porre al centro la persona,
privilegiando l’attenzione al paziente. Integrazione tra saperi, interazione dei professionisti e delle
organizzazioni, e importanza delle sinergie con le medicine tradizionali e non
convenzionali, sono parole chiave importantissime. E’ indispensabile – ha
concluso Aillon - che il Servizio Sanitario Nazionale,
basato sulla prevenzione e sull’assistenza primaria, resti una risorsa per tutti, senza diseguaglianze di accesso,
indipendente dalle influenze del mercato, sulla base di un sistema che valuti i risultati in
termini di ‘produzione di salute’ e non solo di numero di prestazioni sanitarie
erogate”.
MDF ha
scelto di partecipare a questo progetto perché
ne condividiamo le finalità, ma soprattutto perché riteniamo che le sfide epocali che dovremo affrontare nei
prossimi anni per tutelare la salute (in primis la questione della
sostenibilità del SSN e del sistema di sviluppo) possono esser vinte solo facendo fronte comune, coordinando insieme
un’azione più efficace di sensibilizzazione sull’opinione pubblica, sugli
operatori della salute e sui decisori politici del nostro paese.
Da soli possiamo
far poco, ma INSIEME i nostri sogni possono diventare realtà! Aiutaci in
quest’impresa sottoscrivendo
la Carta di Bologna, cliccando “mi
piace” sulla nostra pagina facebook e facendo
circolare queste nuove idee, semi di un Altro futuro possibile.
Per maggiori informazioni
- Pagina
Facebook: Rete
Sostenibilità e Salute
- Evento
Facebook:
Lancio della Carta di Bologna
[1]
Myers, S. S. and Bernstein, A. (2011) ‘The Coming
Health Crisis: Indirect Effects of Global Climate Change’, F1000 Biol Rep, 3(1):3.
[2] McMichael, A. J.
(2013) ‘Globalization, Climate Change, and Human Health’, N Engl J Med, 368:1335-43.
[3] Garrow, J. S.
(2007) ‘How much of orthodox medicine is evidence based?’, BMJ, 335(7627),
951-951.
[5] Per maggiori
informazioni si veda il documento integrale allegato, disponibile anche a
questo indirizzo: http://www.sostenibilitaesalute.org/?page_id=2
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